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Sara Marini

La donna è accusata insieme al suo compagno e ad altre due persone di rapimento e traffico di esseri umani. Della piccola Joshlin, 6 anni, si sono perse le tracce lo scorso 19 febbraio

Accuse choc contro Kelly Smith, madre della piccola Joshlin, sei anni, scomparsa lo scorso 19 febbraio da una cittadina a un’ora di auto da Città del Capo, Sud Africa. L’accusa sostiene che Kelly Smith abbia venduto sua figlia ad un guaritore tradizionale per 20mila rand (circa 1000 euro). La donna è stata arrestata insieme al compagno Jacquen Appollis ed altri due uomini: Seveno van Rhyn e Phumza Sigaqa con l’accusa di rapimento e traffico di esseri umani. Secondo gli inquirenti la madre avrebbe dato istruzioni ai tre uomini per la vendita della bimba al guaritore che, secondo i media locali, utilizzerebbe parti di corpi umani per preparare pozioni.

Della piccola Joshlin non c’è traccia

La donna ha dichiarato alla polizia di non aver trovato la figlia in casa dopo una giornata trascorsa fuori. Ad occuparsi della bambina sarebbe doviuo essere il suo compagno Appollis, ma neanche lui sarebbe stato in grado di spiegare la scomparsa di Joshlin. Nelle ricerche della bimba sono stati coinvolti droni, squadre squadre cinofile e la Marina, ma per ora sono stati ritrovati solo alcuni abiti insanguinati.

La polizia prosegue le ricerche, mentre i quattro indagati sono attualmente in carcere in attesa del rinvio al giudizio. Compariranno in aula il prossimo 13 marzo.

“Spero che ci sia una svolta nel caso in modo da poter sapere che mia figlia è ancora viva e al sicuro. Voglio solo dire che le persone che hanno preso mia figlia dovrebbero riportarla indietro”, ha dichiarato il padre della bambina, Jose Emka, al Daily Voice. I due fratellini di Joshlin, uno di 10 anni e l’altro di soli tre anni, sono affidati alla custodia dell’uomo e di altri familiari sotto la vigilanza delle autorità.

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Giulia Erdas, una donna di 40 anni di Morgongiori, ha trovato la morte domenica sera sulla strada statale 131, la principale arteria che collega nord e sud della Sardegna, tra Mogoro e Sardara

La dinamica dell’incidente non è chiara, e sarà complicato ricostruire il tutto con esattezza. Giulia Erdas, una donna di 40 anni di Morgongiori (Oristano), ha trovato la morte domenica sera sulla strada statale 131, la principale arteria che collega nord e sud dell’isola, tra Mogoro e Sardara. Avrebbe perso il controllo dell’auto, sbandando e andando a impattare frontalmente contro le barriere ai bordi della carreggiata. Un incidente autonomo, senza altri veicoli coinvolti, a quanto pare, e senza ostacoli improvvisi sulla carreggiata, in base alle condizioni del veicolo. Una carambola fatale.

Vani tutti i soccorsi, chiamati da altri automobilisti di passaggio. Nel giro di poco tempo anche i genitori e altri parenti sono giunti sul luogo dell’incidente da Morgongiori, che è poco distante. L’auto che Giulia Erdas stava guidando, una Ford CMax, non era sua. Non è chiaro come ne fosse entrata in possesso. Secondo un’ipotesi, tutta da confermare, riportata dall’Unione Sarda, potrebbe aver trovato la Ford parcheggiata a Morgongiori con le chiavi inserite nel quadro. E avrebbe deciso di mettersi al volante e andare a fare un giro.

Stava attraversando un momento di difficoltà. Lascia tre figlie piccole, scrive la Nuova Sardegna. Profondo cordoglio nel piccolo paese della Marmilla.

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Sui social si discute del commento dell’attrice che, esprimendo il suo tifo per il film “Io Capitano’, ha aggiunto un’insinuazione ora discussa su X

“Se dovesse vincere l’Oscar La zona di interesse so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io, Capitano. Io tifo Italia, io tifo Garrone”: questo il commento scritto da Sabrina Ferilli tra le storie Instagram durante la serata degli Oscar 2024, ripreso da molti utenti in queste ore alla luce dell’effettiva mancata vittoria della statuetta del film ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone e della polemica già in corso per le dichiarazioni di Massimo Ceccherini sugli ebrei.

Ieri l’attore e sceneggiatore del film in corsa per il premio come miglior film straniero si era lasciato andare a un’osservazione molto criticata dagli utenti al punto da indurre lo stesso Ceccherini a scusarsi. “Sappiate che il film di Garrone è il più bello della cinquina, solo che non vincerà perché vinceranno gli ebrei. Quelli vincono sempre”, aveva detto in diretta su Rai1 nel programma Da noi…. A ruota libera riferendosi evidentemente al film di Jonathan Glazer La zona di interesse sulla vita del comandante di Auschwitz e della sua famiglia a due passi dal lager. Poi la precisazione: “La colpa è mia che sono un imbianchino. Mi sono spiegato male, io intendevo il film degli ebrei, l’argomento, non è la prima volta che un film con quel tema vince. Posso chiedere scusa se qualcuno ha capito male”.

In seguito, ecco arrivare il commento di Ferilli che, pur non facendo esplicito riferimento agli ebrei, il suo pensiero da molti è stato paragonato a quello dell’attore. “Hanno davvero vinto gli ebrei. Un saluto affettuoso a #Ceccherini e alla #Ferilli” scrive qualcuno su X; “Prima Ceccherini, ora pure questa. No, ma non è mica #antisemitismo, eh!” aggiunge qualcun altro; “Oggi stigmatizzate tutti #Ceccherini ma la #Ferilli l’ha detta molto peggio” scrive anche chi nelle parole dell’attrice ha letto la stessa vena critica di Ceccherini verso gli ebrei, ma senza un riferimento esplicito. Al momento, tuttavia, Ferilli non ha commentato le polemiche che la riguardano.

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Inutile negarlo, prima o poi tutti dobbiamo scendere a patti con la caducità della vita e accettare che il nostro lasso di tempo su questa esistenza è con la data di scadenza. Purtroppo non esiste un modo per evitare il tragico epilogo e si può solo sperare che arrivi il più tardi possibile e che quando giungerà non faccia troppo male.

Visto che sappiamo che l’inevitabile prima o poi giungerà, una domanda che ci poniamo spesso è: vorrei conoscere quando accadrà? Sicuramente quando ci viene detto che ci resta poco tempo da vivere subiamo un contraccolpo e ci chiediamo se sia giusto che il momento tanto temuto giunga così presto. Tuttavia l’avere la certezza che l’esistenza sta per volgere al termine ci può togliere di dosso tensione, pressioni e paure verso il futuro che non avrebbero il senso di esistere ma che fanno parte del gioco.

Insomma meglio vivere nella costante incertezza, avendo la possibilità di sognare scenari futuri e progettare oppure meglio sapere quanto tempo si ha a disposizione per potersi concentrare su ciò che vogliamo davvero dalla nostra vita? La risposta probabilmente è: dipende.

Quanto ti resta da vivere? Puoi scoprirlo con un semplice test

Si tratta infatti di una scelta personale, di qualcosa in cui nessuno può dirti cos’è meglio fare. Se siete tra quelle persone che vorrebbero conoscere quanto gli resta da vivere perché reputano che potrebbero in questo modo avere una migliore gestione del proprio tempo e delle proprie energie, sappiate che esiste un metodo con il quale è possibile teorizzarlo.

Per calcolare quanto ci resta da vivere ci basta un metro da sarto. Una volta preso lo si taglia fino agli 82 cm, ovvero all’età media che attualmente prevede l’aspettativa di vita. Una volta fatto bisogna togliere gli anni già trascorsi, quindi un terzo di ciò che rimane poiché è il tempo che passeremo dormendo. A quel punto avrai un risultato indicante quanti anni ti restano da vivere.

Chiaramente non si tratta di una vera previsione, ma di un modo pratico per avere un’idea di quanto possa restarci da vivere se dovessimo rispettare l’aspettativa di vita. A che serve questo test? A farci riflettere su quanto sia poco il tempo a disposizione e a spingerci a non soffermarci troppo sulle sciocchezze e sulle paure inutili, così da poterci godere il tempo che resta.

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Gli studi dimostrano che il consumo di carne di pollo può aumentare il rischio di cancro, afferma l’oncologo Andrei Pylev. Anche il caffè e il cioccolato possono causare condizioni patologiche, ma non sono fattori di rischio importanti per il cancro.

Tra i fattori dietetici che possono contribuire allo sviluppo del cancro, spiccano il consumo eccessivo di carne lavorata chimicamente e la mancanza di fibre nella dieta. L’alcol ha un effetto indiretto sullo sviluppo del cancro ed è importante evitare di mangiare cibi molto caldi.

È quindi consigliabile seguire una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali e limitare il consumo di carne lavorata per ridurre il rischio di cancro. L’abolizione del fumo, uno stile di vita attivo e una dieta sana contribuiranno inoltre a mantenere la salute e a ridurre le probabilità di malattie gravi, tra cui il cancro.

Prendiamoci cura di noi stessi e facciamo le scelte giuste per la salute e il benessere.

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Anche ai migliori pollici verdi capita l’occasione di dover smaltire fiori appassiti o piante che ormai hanno fatto il loro corso vitale. Per gli amanti del verde, in particolar modo, diviene fondamentale comprendere dove si buttano i fiori e le piante, quindi come smaltire questi rifiuti a dir poco naturali che necessitano comunque di un preciso percorso di differenziazione per poter aiutare l’ambiente.

  1. Dove si buttano i fiori appassiti?
  2. Dove si buttano le foglie delle piante?
  3. Un’idea per riciclare fiori secchi e foglie morte
  4. Come far riprendere i fiori appassiti?

Dove si buttano i fiori appassiti?

Quando il fiore secca o appassisce, specialmente se proveniente da una pianta fiorita tutto l’anno, arriva il triste momento di eliminarlo dai nostri vasi o giardini. In questo caso è bene sapere che questa tipologia di rifiuti è facilmente smaltibile insieme ai rifiuti organici, quindi nei cassonetti dell’umido.

Facile e veloce anche nella raccolta differenziata casalinga, purché le quantità non siano superiori a quelle contenibili negli appositi sacchetti. Nel caso in cui le piante da eliminare siano in grandi quantità bisogna informarsi sulle pratiche locali e le regolamentazioni. Ecco alcune opzioni che il comune di residenza potrebbe mettere a disposizione:

  • Raccolta porta a porta: in alcune comunità, è presente un servizio di raccolta porta a porta per i rifiuti verdi o il compost. Le piante secche possono essere disposte in sacchetti o contenitori specifici per la raccolta.
  • Centro di raccolta dei rifiuti verdi: molte città offrono centri di raccolta dei rifiuti verdi. dove è possibile portare foglie e altri materiali organici. Si possono richiedere informazioni presso le autorità locali, chiedendo se esiste un centro di raccolta nella propria zona.
  • Rifiuti giardiniere: alcune persone possono optare per la messa a disposizione dei rifiuti da giardino in appositi contenitori o aree designate.
  • Servizi di triturazione: in alcuni casi, vengono resi disponibili servizi di triturazione che possono trasformare i rifiuti verdi in compost o altri materiali riutilizzabili.
foglie secche

Dove si buttano le foglie delle piante?

Lo smaltimento delle foglie può avvenire, come nel caso delle piante in genere, all’interno del bidone dell’umido purché in quantità limitate o seguendo le regolamentazioni e le pratiche locali per il riciclaggio. Nel caso delle foglie una opzione molto utile è quella del compostaggio.

Se si ha la possibilità di fare il compostaggio domestico, basta sapere che le foglie possono essere compostate insieme ad altri materiali organici. Il compost ricavato può essere utilizzato come fertilizzante naturale per il giardino. Altrimenti è possibile utilizzare i sacchetti per rifiuti verdi, appositamente creati per questo tipo di materiali che vengono poi raccolti insieme agli altri rifiuti organici.

Un’idea per riciclare fiori secchi e foglie morte

Nel caso i cui gli scarti delle piante siano solo in piccole quantità, è possibile preparare dei purificatori d’aria naturali per la casa con fiori appassiti e foglie morte. Gli scarti naturali delle piante devono essere avvolti in tessuti naturali ed essere messi ad essiccare al sole, preparando i cosiddetti “smudge stick” in versione fai da te.

Sono molte le piante che si prestano a questo tipo di riciclo e che facilmente troviamo nella nostra casa: è il caso delle rose, della lavanda, ma anche di piante utilizzate in cucina come salvia, rosmarino, basilico e alloro, così come tante altre piante aromatiche.

foglie di alloro

Come far riprendere i fiori appassiti?

Ravvivare i fiori appassiti può risultare una pratica difficile, in quanto il processo dipende strettamente dal tipo di fiore e dalla causa dell’appassimento. Tuttavia, ci sono alcune tecniche generali che potrebbero aiutare a far riprendere i fiori appassiti. Ecco alcuni consigli:

  • Tagliare i gambi: rimuovendo circa 2-5 centimetri dalla base dei fusti con un tagliafiori affilato è possibile che l’assorbimento dell’acqua venga facilitato, in particolar modo se il taglio viene fatto in modo obliquo.
  • Dare acqua abbondante: mettere i fiori in un recipiente con acqua fresca e pulita può aiutare, assicurandosi che la quantità di acqua sia sufficiente a coprire i gambi. Di fatto, alcuni fiori beneficiano di un’immersione completa per un paio d’ore.
  • Aggiungere nutrienti all’acqua: aggiungere alcuni nutrienti specifici per fiori al vaso d’acqua permette la rivitalizzazione dei fiori recisi.
  • Evitare calore e luce diretta: mantenere i fiori lontani da fonti di calore e dalla luce diretta del sole, piuttosto posizionarli in un luogo fresco e ombreggiato.
  • Spruzzare acqua: piccoli spruzzi di acqua sopra i fiori e le foglie aiutano a mantenere l’umidità, evitando di bagnare troppo i fiori, poiché l’acqua eccessiva può portare a muffe.
  • Utilizzare un agente rinvigorente: alcuni fioristi consigliano l’uso di agenti rinvigorenti per i fiori, che possono essere acquistati presso i negozi di fiori o giardiniere.
  • Monitorare la temperatura: evitare di esporre i fiori a sbalzi di temperatura e correnti d’aria.
  • Cambiare l’acqua regolarmente: bisogna assicurarsi di cambiare l’acqua ogni due giorni circa, per evitare la formazione di batteri che potrebbero danneggiare i fiori.

È da ricordare che non tutti i fiori risponderanno allo stesso modo a queste tecniche, e alcuni potrebbero non recuperare completamente. Inoltre, è sempre meglio prevenire l’appassimento dei fiori seguendo buone pratiche di cura fin dall’inizio.

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‘Qualunque sia l’età dei partecipanti’

“Siamo perfettamente consapevoli che, tra le tante attività che impegnano le Forze di polizia, quella della garanzia dell’ordine pubblico è tra le più difficili e impegnative.

È un’attività che prevede un prima, un durante, un dopo.

Un prima: se è vero che le manifestazioni non vanno autorizzate, è altrettanto vero che vanno comunicate per dare modo a voi di calibrare le forze in campo e i mezzi da adoperare. Quando il responsabile dell’ordine pubblico, cioè il questore, detta prescrizioni sullo svolgimento della protesta, per esempio tenendo a distanza da obiettivi sensibili, lo fa non per negare il diritto a manifestare, ma per garantirlo al meglio, e al tempo stesso per non negare diritti egualmente sanciti dalla Costituzione. È ovvio che se, come è di recente accaduto per più di una protesta, gli organizzatori non danno alcuna comunicazione, questo aumenta le vostre difficoltà, qualunque sia l’età di partecipanti”.

Così la premier Giorgia Meloni, durante l’incontro con i sindacati di Polizia.

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Gli Emirati sono entrati nella mia vita nel 2013. All’epoca, il mio giovane si era trasferito lì per lavoro. Io studiavo all’università e andavo a trovarlo una volta ogni tre o quattro mesi. Avevo pensato di trasferirmi lì prima, ma i miei genitori erano contrari al trasferimento per motivi di studio a distanza e non capivano affatto come si potesse andare a vivere con un uomo senza sposarlo.

Non appena mi sono laureata, ci siamo sposati e sono rimasta sulla Costa del Golfo “per sempre”. Anche se, a dire il vero, questa parola non si applica davvero ai nostri emigranti negli Emirati Arabi Uniti, perché è quasi impossibile ottenere un visto a vita.

Mi ci è voluto molto tempo per ottenere un visto. Se il vostro coniuge lavora e voi no, ottenete un “visto per coniugi”. Bisogna avere uno stipendio superiore a 1.500 dollari e affittare o possedere una casa.

All’epoca stavamo acquistando una casa e aspettavamo che la banca approvasse il nostro prestito. Il processo richiedeva diverse settimane, quindi ci sono stati problemi con il rilascio del mio visto biennale. Una volta terminati i soggiorni legali nel Paese con un visto turistico, sono volata nel vicino Oman per ottenere nuovamente un visto turistico. Si tratta di una procedura di routine che richiede mezza giornata.

Le cose mi sono andate bene: il padre di mio marito, che lavora all’aeroporto, è riuscito a portarmi dei vestiti caldi e i soldi per una notte di pernottamento. Se non ricordo male, nel seminterrato del centro duty-free c’è un ostello dove, per quattromila rubli, si può dormire per sei ore in una stanza con sei letti e fare una doccia. In quel momento mi sono sentito un po’ dispiaciuto per me stesso e ho pensato che il Paese non mi aveva accettato.

Aspettative e realtà

Prima di trasferirmi qui, pensavo che gli Emirati fossero pieni di sfarzo, ricchezza e leggi e costumi molto rigidi. Ecco, addio pantaloncini e minigonne, salsicce e donnole per strada. Ricordo quanto fosse sgradevole: volare su un aereo e non sapere quando si poteva tornare, e all’aeroporto nemmeno un abbraccio di saluto, come si usa in Russia. I baci sono vietati in tutti i luoghi pubblici.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, si scopre che non tutto è così severo: basta sapere quali sono i luoghi in cui verrete rimproverati per il vostro aspetto e comportamento e quelli in cui non verrete notati. Ma questa situazione non è unica: una volta la mia collega, che indossava una normale gonna da ufficio sotto le ginocchia, è stata rimproverata in un centro commerciale di Sharjah per il suo aspetto troppo provocante. Ma nella Dubai sociale la gente indossa ciò che vuole.

E quando si tratta di ricchezza e sfarzo, si scopre che gli Emirati Arabi Uniti hanno un rovescio della medaglia: baraccopoli e prostitute che adescano uomini per strada. Ma non ci si fa caso perché si fa di tutto per tenere i turisti lontani da questi luoghi. E ai locali non è permesso postare queste cose sui social media per non rovinare l’impressione del Paese.

Il cibo è uno dei motivi per cui siamo partiti. Certo, c’è molto cibo qui, ma è tutto importato, non c’è molto cibo locale. Se le verdure sono fuori stagione, non sono commestibili, ma la frutta è deliziosa. La monotonia diventa presto noiosa.

Il culto dei dolci e del fast food ha cambiato subito le nostre abitudini. Una persona non ha nemmeno voglia di mangiare, ma in un bistrot l’odore del pane fresco la assale letteralmente, e non può farci nulla. Di conseguenza, io e mio marito abbiamo preso 25 chilogrammi nel primo anno di vita insieme negli Emirati Arabi Uniti.

Nel complesso, i prezzi dei negozi sono paragonabili a quelli di Mosca, ma la carne, il pesce e i frutti di mare sono molto più buoni. Tuttavia, i prezzi sono esorbitanti. A un certo punto ho capito che c’era tempo solo per fare la spesa nei mercati e ho sviluppato un sistema per fare scorta di cibo in anticipo, che mi ha fatto risparmiare tempo e denaro.

L’unico intrattenimento è lo shopping. Cos’altro c’è da fare in estate se non girare per i centri commerciali con l’aria condizionata?

Per me è insopportabile stare all’aperto da metà maggio a ottobre, a meno che non stia in piscina.

Non ci è voluto molto per abituarsi alla gente del posto. Ho capito subito che dovevo essere calmo, sorridente ed educato. Proprio così. E non ci daranno fastidio per nulla al mondo.

La gente del posto voleva essere sempre mia amica. Mi succedeva spesso la stessa cosa: una donna o una ragazza che indossava l’hijab si avvicinava a me in un negozio e mi faceva i complimenti. Di solito per il colore dei miei capelli. Parola dopo parola, e poi prendeva il mio numero di telefono e mi chiamava ogni giorno per invitarmi a farle visita.

Era una situazione strana, perché era strano rifiutare e io non volevo andare a causa delle diverse culture e abitudini. Mi chiedevo se li avrei offesi o se non avrei capito cosa volevano da me. Avevo sentito dire che le ragazze si incontravano così per noia e per uno stile di vita chiuso, ma io stessa non avevo mai fatto amicizie del genere. Avevo cose da fare e persone con cui socializzare.

Ma una cosa è certa: la gente del posto è molto amichevole e gentile. Ci si rende conto che si è venuti nel loro Paese per lavorare e fare esperienza, e loro ricambiano la cortesia. Non ho mai percepito un atteggiamento da “andiamo!”. No, non è per via della gente del posto.

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L’Autorità australiana per la sicurezza marittima (AMSA) ha dichiarato che quando i soccorritori sono arrivati sul posto, a più di 800 chilometri a est della costa australiana nel Mar dei Coralli, hanno scoperto che due boe di nove metri erano state danneggiate a causa di “diversi attacchi di squali”.

I soccorritori australiani, con l’aiuto della nave Dugong Ace, battente bandiera panamense, e di un veicolo di trasporto, sono riusciti a completare l’operazione di salvataggio e a issare a bordo due cittadini russi e un francese.

Sul posto è arrivato anche un aereo di soccorso australiano.

“Tre persone sono salve”, ha dichiarato Joe Zeller, direttore dei servizi presso la sede dell’AMSA a Canberra.

I marinai della nave da crociera, di età compresa tra i 28 e i 64 anni, dovrebbero arrivare nella città australiana di Brisbane giovedì.

Joe Zeller ha anche rivelato che il viaggio da Vanuatu, una nazione insulare nell’Oceano Pacifico, all’Australia su una nave di questo tipo dura solitamente dalle due alle tre settimane.

Le fotografie aeree hanno mostrato danni significativi al catamarano: la prua di uno dei galleggianti era completamente distrutta.

Lo stesso funzionario australiano ha dichiarato che il segnalatore di emergenza con codice GPS ha salvato la vita delle persone perché ha permesso ai soccorritori di trovarle rapidamente.

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Le anaconde, che vivono nel clima caldo e tropicale del Sud America, sono i serpenti più grandi del mondo e tra i più pericolosi. Sebbene non siano rettili velenosi, possono avvolgere il loro corpo attorno a prede di grandi dimensioni, strangolarle e mangiarle.

Chiunque incontri un’anaconda è spaventato a morte, ma un pescatore locale in Brasile è rimasto molto sorpreso. Tanto da lottare con il rettile, ridendo e tenendolo per la sua enorme coda.

Il filmato pubblicato su Reddit mostra il pescatore alle prese con l’anaconda.

L’uomo lo afferra e inizia a farlo oscillare selvaggiamente da una parte all’altra, mentre l’animale cerca di difendersi come può e attacca per continuare il suo viaggio a valle.

L’incidente è arrivato alle autorità brasiliane, che non hanno esitato a multare il pescatore e i suoi compagni per aver disturbato l’anaconda. Una scena assolutamente scioccante per chi sa quanto siano pericolose le anaconde, soprattutto perché sono grandi più di quattro metri.

Tuttavia, il pescatore e i suoi compagni sembrano essersi divertiti molto e hanno riso per tutto il tempo.

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